TITOLO : Follia
DIMENSIONI : 25×35 cm
TECNICA : pittura ad olio
SUPPORTO : tela
ANNO: 2006
PRESENTAZIONE DELL’OPERA : il dipinto è un’allegoria di quella condizione psichica che viene definita follia. Il colore giallo predomina nel dipinto e, nella simbologia dei colori, spesso, viene associato anche alla follia. Sullo sfondo giallo, l’osservatore nota una figura dalle fattezze alienate, occhi sgranati e bocca aperta in urlo, mimica titpica delle maschere teatrali che inscenavano personaggi folli. Ma quello che l’osservatore nota in primo piano sono dei fiori azzurri e violetti, belli a vedersi che nascondono la maschera folle e sembrano splendere insieme alla luce solare dello sfondo. Ma, osservando attentamente la natura dei fiori, un occhio esperto noterà che il fiore appartiene ad un genere di piante della famiglia delle ranunculaceae, il cui nome è Acquilegia dal latino aquilegium (recipiente per l’acqua, per via della forma concava dei sui petali). Nell’erboristeria tradizionale, questo fiore era considerato sacro alla dea Venere, perchè si riteneva che un mazzetto di acquilegia sarebbe riuscito a suscitare l’affetto di una persona cara. Questa idea la si ritorva anche tra le popolazioni indiane dato che utilizzavano il fiore per creare dei filtri d’amore. Quindi il fiore è esente dalla follia? No! Infatti nel linguaggio floreale l’acquilegia assume diverse simbologie tra cui, proprio, la follia; tra le varie ipotesi che sostengono questa associazione ricordiamo l’ipotesi della forma dei suoi petali che è molto simile a quella del cappello di un giullare, figura a cui veniva associata l’idea della follia! Infine, per chi è digiuno dei linguaggi simbolici, a sottolineare l’idea base del dipinto c’è il testo con la parola follia sul vaso che accoglie i fiori.
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